Gli anni 80 e l’entrata nell’adolescenza

Quando ho scritto “Il diario del piccolo Mario” avevo in testa di provare a rendere omaggio a un mondo che chi stava scrivendo, aveva conosciuto bene e al quale è rimasto molto affezionato.

Attenzione, non volevo, fosse o risultasse, a chi lo avrebbe letto, un’operazione nostalgica o addirittura un’operazione di paragone fra quel mondo e quel modo di vivere rispetto a quello odierno. No, proprio no!

Quello che mi ero proposto, creando la storia e il protagonista, era provare a condurre con l’immaginario, dentro quel microcosmo, dentro la Milano di quella precisa istantanea che avevo in mente e magari, da questo, far conoscere anche quel contesto storico, attraverso i fatti di cronaca, le musiche e tutto ciò che ruotava attorno ai personaggi nel lontano 1982/83.

Inizialmente, avevo in testa di arrivare a smuovere i ricordi di chi aveva vissuto quel periodo, di far emozionare chi ci aveva camminato con le proprie scarpe dentro.

Perlomeno era quello che mi auguravo e probabilmente, nonostante la giovane età del protagonista e dei suoi pari, era il target a cui arrivare. Toccare le corde, i ricordi, i sentimenti di chi aveva attraversato quel decennio: I mitici anni 80.

Qualcosa in questa direzione è sicuramente accaduta e i riscontri che mi arrivano dalla lettura del libro, dimostrano di aver raggiunto quell’obiettivo, o meglio, il piccolo Mario lo ha raggiunto.

Già, il piccolo Mario, quello che tutti si domandano se è costruito su ciò che ha vissuto l’autore o magari se ciò che scrive sul suo diario, sia una vera e propria biografia di Rocco Carta preadolescente?

Rispondo:

Mario è un po’ la summa di tutti i personaggi che si trovano nel libro. A lui appartiene sicuramente qualcosa dei miei vissuti e chiaramente, avendo vissuto negli stessi luoghi, anche una fetta di miei ricordi. Ma Marietto è un bambino che entra nell’adolescenza esattamente come tanti bambini e ragazzini di allora e di oggi,

Entrare in questa importante fase della vita, quella dell’arrivare a crearsi una propria identità, è un passaggio che tocca a tutti e quindi, nel piccolo Mario chiunque si può rispecchiare e riconoscersi.

Quello che davvero mi ha stupito e continua a stupirmi piacevolmente, sono invece i riscontri e l’approvazione che questo ragazzino e la lettura del suo diario segreto, sta riscontrando dai suoi pari del giorno d’oggi.

Non solo da quelli che hanno adesso la sua età (11/12 anni), ma anche da ragazzini più grandi e già nel pieno della loro adolescenza.

Di questo risultato devo davvero ringraziare enormemente i docenti e le docenti che hanno assegnato il libro come lettura estiva ai ragazzi e che continuano ad assegnarlo, non solo quelli con cui lavoro, ma anche in altre scuole. Davvero un grande dono.

Sto ricevendo e ho ricevuto riassunti e schede libro, da alcune classi e ognuno di questi riscontri, sottolinea quanto sia piaciuta la lettura della storia e le differenze fra l’essere un ragazzino oggi e un ragazzino negli anni 80, ma soprattutto, quanto anche loro che entrano nell’adolescenza nel 2022 oppure la stanno vivendo, si immedesimano con le sue vicissitudini.

Una frase di una ragazzina mi ha colpito molto:

“Questo libro mi è piaciuto perché molto di quello che vive Mario, lo vivo anche io e per questo in alcuni punti mi sono rivista, divertita e commossa.”

Tutto ciò è davvero impagabile!

In una cosa sola sono stati critici i ragazzi nelle loro schede libro, la musica!

Per loro, la musica odierna è decisamente meglio di quella di quei tempi, ma questo, pur non concordando, credo che ci stia!

Rocco Carta

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