
Mi preparo, un po’ di stretching e scaldo i muscoli.
Fuori c’è il sole che mi chiama, ma anche vi fossero nuvole gonfie di pioggia, mi chiamerebbero alla stessa maniera:
“Corri ragazzo“.
Le cuffie già alle orecchie e mi accingo a lanciarmi in strada, a calpestare e macinare chilometri di strada e d’asfalto.
Da solo, con la sola compagnia della musica da me scelta.
Ogni nota un passo, una schitarrata elettrica per aumentare il ritmo, il suono caldo di un sax per dosare il respiro: nient’altro, nessuna voce, nessuna parola, il mondo lo percorro ma funge solo da cornice.
Cornice ai miei pensieri, alle preoccupazioni, alle scelte da compiere, alla mia vita, all’amore.
Solo, talvolta spinto dal vento e talvolta in lotta, contro.
Solo con il sole che mi segue o con la pioggia che mi punge e mi abbraccia.
Solo, lontano da quello che le cronache del giorno raccontano, dalle brutture che ci circondano, ragionando a ogni metro guadagnato sul da farsi per riparare il mondo.
“Corri ragazzo“.
Supera i limiti, trova il passo, unisci il tuo cuore al ritmo trovato, controlla il respiro, accelera e rallenta, recupera le tue fatiche per ripartire al momento dovuto.
Stacca da tutto tranne che da te stesso.
“Corri ragazzo“.
Anche se anagraficamente un ragazzo non lo sei più, come un ragazzo segui la strada e fatti condurre, taglia traguardi e continua a cercare percorsi.
“Corri ragazzo, corri“.
Mantieniti vivo!
Rocco Carta