
La meraviglia non è celata allo sguardo.
È costantemente presente, ma si offre solo a chi sa riconoscerla.
Non appare come rivelazione improvvisa: esiste già, in attesa di essere vista.
È come una fiamma che, nel buio, non crea la luce ma la rende possibile.
È il bocciolo che si apre sul ramo, non solo annuncio della primavera,
ma testimonianza del tempo che trasforma senza interrompere.
È lo stesso bocciolo che diventa frutto,
segno che ogni inizio porta in sé una maturazione.
È il cielo coperto che non nega il sole,
ma lo custodisce finché uno spiraglio ne rivela la presenza.
La meraviglia è nella nascita di una vita
e nella risata di un bambino,
perché in entrambe si manifesta il principio stesso dell’esistere.
È il cammino verso ciò che desideriamo,
non tanto nella meta quanto nel movimento che ci conduce.
È la partenza e l’arrivo come due momenti di una stessa esperienza,
il sogno che si compie e quello che continua a chiamarci.
La meraviglia non va cercata altrove:
chiede solo attenzione.
Si lascia riconoscere in ogni scoperta
e in ogni passo che scegliamo di compiere nella vita.
E che questo sguardo, allenato alla meraviglia,
ci accompagni nel 2026.
Che sia un anno in cui lettrici e lettori
possano riconoscere ciò che già c’è,
dare tempo a ciò che cresce,
fiducia a ciò che ancora non è visibile.
Un anno di passi consapevoli,
di cieli attraversati senza paura delle nuvole,
di inizi accolti e maturazioni attese.
A tutte e a tutti,
un 2026 di meraviglia viva,
da riconoscere ogni giorno.
Rocco Carta

