
Nella mia professione di educatore mi trovo spesso a mediare i conflitti tra bambini e ragazzi. Non è un compito semplice: quando le emozioni sono intense, è necessario fermarsi, lasciare spazio al silenzio, permettere agli animi di raffreddarsi prima di poter davvero ascoltare. È un processo che richiede pazienza, presenza e fiducia.
Molte volte il conflitto non nasce da un singolo episodio, ma è il risultato di incomprensioni e piccole tensioni che si sono accumulate nel tempo. A volte, ciò che complica ancora di più la situazione è il bisogno di ognuno di cercare appoggio negli altri, di sentirsi “dalla parte giusta”, o la tendenza di chi osserva a schierarsi invece di facilitare un dialogo.
Eppure, proprio in questi momenti si rivela il cuore dell’educazione: ascoltare davvero, senza giudicare, offrendo a entrambe le parti lo spazio per raccontarsi. Una buona mediazione nasce qui. Dopo l’ascolto arriva il passo decisivo: aiutare i ragazzi ad andare oltre ciò che è accaduto, riportandoli al presente, al “qui e ora”, a ciò che possono fare insieme per ricostruire, comprendere, rimediare.
Seguendo piccoli e semplici passaggi, spesso accade qualcosa di straordinario: due ragazzi che prima non riuscivano nemmeno a guardarsi negli occhi riescono a riaprire un dialogo, a scoprire un punto d’incontro, a riparare un legame. E quando questo accade, non è solo un conflitto a risolversi: nasce un esempio silenzioso, ma potente, per tutti gli altri.
Come educatore ci credo profondamente: la mediazione non è solo una tecnica, è un atto sociale. È un modo di stare nel mondo, di insegnare a guardare l’altro, di promuovere rispetto, empatia e responsabilità. E penso spesso che, se anche gli adulti applicassero questi semplici principi, ascolto, confronto, presenza, imparzialità, molte tensioni più grandi troverebbero un approdo diverso, più umano.
Sì, ne sono convinto: basterebbe davvero questo. Basterebbe scegliere di ascoltare, di sospendere il giudizio, di cercare ciò che unisce invece di ciò che divide. E forse molti conflitti, piccoli o grandi che siano, inizierebbero finalmente a trovare la loro strada verso la pace.
Rocco Carta

