
Fin da piccoli ce lo hanno insegnato:
“Attenti al lupo!”
Ma il lupo chi è?
Non c’era sera prima di addormentarsi, senza la minaccia di un uomo nero pronto a portarci con sé.
Ma l’uomo nero chi è?
Poi che dire del possibile intervento, se non ci fossimo comportati adeguatamente, delle streghe brutte e cattive.
Ma le streghe chi sarebbero? Dove vivono?
Fare paura, mettere paura, spaventare: questo il mondo adulto voleva insegnare attraverso storie e storielle.
Sbagliando i personaggi.
Avete mai visto, davvero, un lupo cattivo grande e grosso sotto casa vostra o forse al supermercato?
Il famigerato uomo nero?
Nero, chi lo ha detto e stabilito per regio decreto che associato a uno spavento, vi debba essere il colore “nero”? Perché non il rosa, il lilla, il giallo canarino o il verde ramarro, ad esempio?
E le streghe?
Avete mai visto una signora a cavallo di una scopa volare? A me sa tanto che le cosiddette hanno sempre spaventato maschi e bigotti per altri motivi e non per fantomatici poteri magici.
Ma allora di cosa bisogna avere paura?
La paura tiene vigili e fa restare all’erta grandi e piccini. È un’emozione importante.
Ma a spaventarci deve essere quello che accade attorno a noi: l’indifferenza, la mancanza di empatia, il rifiuto di tendere una mano, la paura ad aprire le nostre case, trattare male la natura, la mancanza di presa di coscienza e di rispetto, credere di poter possedere una persona, l’ignoranza, le guerre e tanto altro.
Tutte cose che fanno parte di noi, capaci di trasformarci in mostri veri, non mitologici e leggendari.
Mostri portatori di nefandezze, sventure e disgrazia, spesso senza neanche il bisogno di maschere o presunte capacità magiche.
Di questo c’è davvero di che essere spaventati.
Rocco Carta
P.S.
Piccole considerazioni nella notte streghe.

