
Vedete questo alberello?
Una sera dello scorso anno, passando accanto a lui, mi ispirò le parole che trovate nel link che aggiungo sotto.
Era una di quelle sere in cui il freddo ti entra nei pensieri.
Una leggera foschia avvolgeva ogni cosa, e il silenzio sembrava respirare insieme alla notte.
Lui era lì, fermo, solo, in mezzo alla strada: piccolo eppure dignitoso, mentre la gente gli scorreva accanto senza vederlo.
Io, invece, l’ho guardato.
Mi è parso fiero, resistente, e capace — come sanno fare certe presenze silenziose — di suggerire parole da scrivere.
Da quella sera, ogni volta che passavo di lì, lo salutavo.
Un gesto discreto, come si fa con un vecchio amico.
Fino a ieri.
Quando, attraversando la stessa strada, non l’ho più trovato.
Estirpato, strappato dal terreno — forse perché malato — ma la sua assenza mi ha trafitto come un vuoto improvviso.
Che volete che vi dica?
È un periodo così: anche gli alberelli più tenaci finiscono per cadere.
Non sempre per loro scelta, ma lasciando, dove avevano messo radici, un piccolo buco che sa di mancanza.
Rocco Carta
Resistere:

